Lunedì 1 e martedì 2 luglio 2019 al Teatro dell’Opera di Roma è andato in scena il Balletto dell’Opera di Astana con Spartacus, nella storica versione di Yuri Grigorovich del 1968 su musica di Aram Khachaturian.
Il celebre balletto sovietico, che fa parte del repertorio della Compagnia di Balletto della nuova e grandiosa Opera di Astana in Kazakistan, è uno dei lavori più applauditi di Yuri Grigorovich e maggiormente rappresentativo del repertorio dell’Unione Sovietica degli anni Sessanta e Settanta: la trama infatti celebra lo spirito rivoluzionario, ed è ispirata alla figura di Spartaco, lo schiavo romano ribelle che si pose a capo di una rivolta che portò a una guerra di classe. La versione di Grigorovich, andata in scena per la prima volta al Teatro Bol’šoj di Mosca del 1968, è divenuta celebre in tutto il mondo sia per la coreografia che per l’interpretazione dei suoi primi protagonisti: Vladimir Vassil’ev nel ruolo di Spartacus ed Ekaterina Maximova in quello della sua amata Flavia. Questa versione del balletto esalta l’atletismo del ruolo di Spartacus e il vigore del corpo di ballo maschile insieme ai toni lirici e appassionati, degli assoli di Flavia e dei duetti d’amore.
Il balletto è costruito sulla impetuosa musica di Aram Khachaturian e su libretto originale di Nikolai Volkov, basato sul romanzo Spartaco di Raffaello Giovagnoli e sulla Storia di Roma – Le guerre civili di Appiano. Le scene e i costumi di questa versione sono firmati da Simon Virsaladze, storico collaboratore di Grigorovich.
Bakhtiyar Adamzhan nel ruolo di SPARTACO è stato applaudito più volte dal pubblico emozionato dalla sua performance.
Chi non ha avuto la fortuna di assistere a questo meraviglioso balletto, può ancora ammirare a Bakhtiyar Adamzhan a Ravenna nel ambito del Galà Les Étoiles.
“Un mosaico di grande danza”, così definisce il gala cult Les Étoiles il suo direttore artistico Daniele Cipriani.
Infatti dopo i successi mietuti a Roma ed in altre città il Galà arriva il 16 luglio 2019 al Palazzo Mauro de André, nell’ambito del Ravenna Festival, e proprio nella città dei mosaici.
Il gala internazionale Les Étoiles permette, infatti, di vedere concentrati in un unico spettacolo i brani più sensazionali del repertorio di tradizione, ad esempio passi a due tratti da Il lago dei cigni, Don Chisciotte, Il Corsaro, Diana e Atteone, insieme a brani dei grandi coreografi del Novecento come Balanchine (Diamonds, Tschaikovsky pas de deux) o altri di sofisticata modernità firmati dai coreografi sulla cresta dell’onda oggi, come Wheeldon o Millepied. A interpretare questi brani ci sono alcune tra le étoile (il termine francese che significa stella e con cui vengono tradizionalmente definite, appunto, le stelle del balletto) più eccitanti del momento, provenienti dai maggiori teatri del mondo.
“Sono come tante tessere di squisita fattura che, tutte insieme, formano un magnifico mosaico in movimento”, prosegue Cipriani promettendo i “virtuosismi sulle punte e in volo” che sono diventati sinonimi di Les Étoiles e che non mancano mai di mandare in visibilio il pubblico.
Ad eseguirli al Palazzo Mauro de André, Daniele Cipriani ha chiamato Liudmila Konovalova (Balletto dell’Opera di Vienna), Dorothée Gilbert e Hugo Marchand (Opéra de Paris), Jacopo Tissi e Alena Kovaleva (Teatro Bolshoi di Mosca), Bakhtiyar Adamzhan (Opera di Astana, Kazakhistan), Tatiana Melnik (Opera di Stato Ungherese), Constantine Allen, Anna Tsygankova e Young Gyu Choi (Balletto Nazionale Olandese), Sergio Bernal (Balletto Nazionale Spagnolo). I loro nomi stessi rivelano la variegata provenienza: Corea, Francia, Italia, Kazakhstan, Russia, Spagna, Stati Uniti; ogni étoile infatti porta al programma-mosaico di Ravenna un’impronta diversa – una sfumatura particolare – grazie al temperamento nazionale, alle caratteristiche che contraddistinguono la scuola a cui si è formata o la compagnia a cui appartiene e, cosa ancor più pregnante, alla propria irripetibile e straordinaria individualità.
L’eccellenza è la formula grazie a cui Les Étoiles può definirsi il gala di balletto per eccellenza, al Parco della Musica di Roma (che ha visto, a gennaio, 5.000 spettatori), come in prestigiosi teatri quali La Fenice di Venezia e il Teatro Lirico di Cagliari; lo scorso anno un’edizione speciale di Les Étoiles è stato il primo gala di balletto ad andare in scena nel Bahrein e il 18 e 19 settembre 2019 approda al Teatro dell’Opera di Firenze. Daniele Cipriani ci tiene a sottolineare che la carta davvero vincente di Les Étoiles, oltre all’internazionalità (dei suoi interpreti, delle compagnie da cui provengono, delle musiche e dei coreografi) che trasmette un messaggio importante in questo momento di profonde divisioni, è l’armonia. Conclude Cipriani: “L’armonia di cui la grande danza si fa portatrice è una qualità che nasce nel movimento e nel gesto delle grandi étoile grazie al rigore dello studio e dell’addestramento quotidiani, ma anche all’amore che loro provano nei confronti della loro arte e alla generosità con cui trasmettono la sua bellezza al pubblico. E allo stesso modo in cui i visitatori restano incantati dall’armonia delle volte stellate dei meravigliosi mosaici ravennati, gli spettatori di Les Étoiles potranno in qualche maniera dire di assistere all’armonia delle sfere, o meglio delle stelle danzanti!”
Anticipazioni del programma Les Étoiles
Tatiana Melnik / Bakhtiyar Adamzhan: passo a due da Diana e Atteone (cor. Vaganova); passo a due da Don Chisciotte (cor. Petipa)
Costantine Allen /Anna Tsygankova: passo a due “Cigno Nero” da Il Lago dei Cigni (cor. Petipa); Duet (cor. Wheeldon)
Sergio Bernal : Il Cigno (cor. Cue); Zapateado de Sarasate (cor. Soler)
Dorothée Gilbert / Hugo Marchand: passo a due da Esmeralda (cor. Petipa/Perrot); Amoveo (cor. Millepied)
Gyu Choi/ Liudmila Konovalova: passo a due da Il Corsaro (cor. Petipa)
Jacopo Tissi / Alena Kovaleva: Grand Pas Classique (cor. Gsovsky); Diamonds (cor. Balanchine)