I VINI DELLA  GEORGIA A  ROMA

I VINI DELLA  GEORGIA A  ROMA in AUDITORIUM DI S.AQUILA E PRISCILLA  25/26 SETTEMBRE 2020
EVENTO E ORGANIZZATO IN  COLLABORAZIONE CON  TAMAR TCHITCHIBOSHVILI  8 MILLENNIUM  E CON IL PATROCINIO DELLA  AMBASCIATA DELLA  GEORGIA
IN ROMA

I vini in degustazione sono presentati  ufficialmente in Italia per la prima volta.  La Distribuzione in Italia è

a cura di Tamar Tchitchiboshvili

La Georgia è una delle più antiche regioni  vinicole del mondo. Le valli fertili del Caucaso  meridionale hanno favorito il nascere delle prime  coltivazioni di vigna sin dell’età neolitica, circa  8.000 anni fa. Grazie alla produzione millenaria e  al ruolo chiave economico giocato, la storia  dell’identità di questo si intreccia con le tradizioni  del vino georgiano.

Tra le regioni più note della Georgia dove si  produce il vino vi sono Kakheti, Kartli, Imereti,  Racha-Lechkhumi e Kvemo Svaneti e  l’Abkhazia. La regione principale è il Kakheti,  che produce il 70% delle uve della Georgia.

Da non dimenticare che il vino è parte integrante  della cultura georgiana. Il vino fa scorrere il  tempo più lento durante le supra e le Tamada.  Tutte le famiglie hanno del vino appositamente  preparato per queste occasioni.

Le radici del vino georgiano sono state fatte  risalire dall’archeologia al periodo in cui i popoli  del Caucaso meridionale scoprirono che il succo  d’uva selvatica, una volta lasciato sepolto sotto  terra per il periodo invernale, diventava un  “liquido” bevibile. Questa idea del sotterramento  è stata mantenuta nel tempo, in quanto il vino,  servito nei vasi d’argilla kvevris, tipici della  tradizione, prima di essere bevuto, viene tenuto  sepolto, così da mantenere la temperatura del  suolo. kvevrisi, una volta chiusi con un tappo di  legno e sigillati con la terra, possono essere  tenuti sepolti fino a 50 anni.

Durante la cristianizzazione del paese, secondo  la tradizione, San Nino, predicatore nella  regione Kartli, portava appunto una croce in  legno di vite.

L’UNESCO ha tra l’altro aggiunto l’antico metodo  di vinificazione georgiano tradizionale, che  prevede l’utilizzo di giare di terracotta kvevri, alla  lista del Patrimonio culturale mondiale.

IL VINO GEORGIANO OGGI 

La Georgia occupa il secondo posto nella  produzione di uva da vino fra gli stati della ex  Unione Sovietica. Attualmente, il vino è prodotto  da migliaia di piccoli agricoltori (soprattutto  utilizzando tecniche tradizionali della  vinificazione), ed anche in alcuni monasteri.

Le condizioni territoriali e climatiche sono  ottimali per la vinificazione. Si hanno infatti  estati poco soleggiate, con inverni miti, al riparo  quindi dal caldo e dal gelo. Le sorgenti naturali  abbondano e i corsi d’acqua delle montagne del  Caucaso sono ricche di minerali che portano  fino a valle.

Tradizionalmente, i vini georgiani portano il  nome della regione di origine, e del distretto o  del villaggio, molto simile a vini regionali  francesi come Bordeaux o Borgogna. Come per  questi vini francesi, i vini georgiani sono di solito  una miscela di due o più uve. I vini georgiani  sono classificati come dolce, semi-dolce, semi secco, asciutto, fortificato e frizzante. Le varietà  semi-dolci sono le più popolari.

  

1. VELLINO – Mtsvane 2018: 3 mesi di macerazione, affinamento in anfora e poi 6 mesi di acciaio  2. VELLINO – Mtsvane & Rkatsiteli 2017: blend 50% – 50%, 4 mesi di macerazione in acciaio  3. VELLINO – Tavkveri 2019: rosato, 4 ore di macerazione in acciaio, separazione dalle bucce per gravità,  solo il succo viene fermentato

4. VELLINO – Rkatsiteli 2018: macerazione in anfora per 6 mesi

5. VELLINO – Saperavi 2018: macerazione in anfora, poi acciaio per 6 mesi

6. BROTHERS KHUTSISHVILI – Rkatsiteli 2018: macerazione di 6 mesi in anfora, successivi 6 mesi in acciaio  7. BROTHERS KHUTSISHVILI – Kisi 2017: macerazine di 6 mesi in anfora, poi 6 mesi di acciaio  8. BROTHERS KHUTSISHVILI – Saperavi 2017: 6 mesi di macerazione in anfora, poi 6 mesi di acciaio

9. ABDUSHELISHVILI – Rkatsiteli 2019: 10 mesi di affinamento in anfora

10. ABDUSHELISHVILI – Rkatsiteli 2018: 18 mesi di affinamento in anfora

11. ABDUSHELISHVILI – Saperavi 2017: 24 mesi in anfora, vinificazione con raspi

12. 8MILLENNIUM – Rkatsiteli 2018: fermentazione alcolica spontanea, poi 6/7 mesi in anfora senza travasi;  successiva separazione dalle fecce e poi altri 12/14 mesi di ulteriore affinamento in anfora  13. 8MILLENNIUM – Rkatsiteli 2017: fermentazione alcolica spontanea, poi 6/7 mesi in anfora senza travasi;  successiva separazione dalle fecce e poi altri 12/14 mesi di ulteriore affinamento in anfora  14. 8MILLENNIUM – Saperavi 2018: fermentazione alcolica spontanea, poi 6/7 mesi in anfora senza travasi;  successiva separazione dalle fecce e poi altri 12/14 mesi di ulteriore affinamento in anfora  15. 8MILLENNIUM – Saperavi 2017: fermentazione alcolica spontanea, poi 6/7 mesi in anfora senza travasi;  successiva separazione dalle fecce e poi altri 12/14 mesi di ulteriore affinamento in anfora

16. NAPHERI – Saperavi Qvevri 2019

17. NAPHERI – Goruli Mtsvane Qvevri 2019

18. NAPHERI – Tsarapi Rkatsiteli Qvevri 2019

19. NAPHERI – Chinuri Qvevri 2019