Una serata glamour e di grande stile ha animato la splendida e barocca Coffee House di Palazzo Colonna lo scorso sabato, 30 marzo 2019. Per l’occasione è andata in scena, in anteprima nazionale, la collezione spring/summer 2019 di Vittorio Camaiani, ispirata alla Grecia. Il talentuoso designer marchigiano, infatti, ha scelto di presentare a Roma, per la seconda volta nello storico Palazzo Colonna, la sua ultima fatica.
La serata è stata condotta abilmente da Elena Parmegiani, Direttore Eventi della Coffee House di Palazzo Colonna, che per l’occasione ha indossato un abito iconico della collezione “L’Egitto D’Inverno” di Camaiani. Molto spesso il couturier ci ha abituato a fare dei viaggi onirici attraverso le sue collezioni: siamo andati in Africa, in Egitto ed ancor prima a Venezia, nella magica Laguna e persino in Scozia. Questa volta lo sguardo di Camaiani parte dai divertenti mosaici colorati della palazzina azzurra di San Benedetto del Tronto, luogo cult negli anni 60 grazie alle celebri esibizioni di Patty Bravo, ed arriva lontano. Dal Mare Adriatico si giunge fino al Mar Egeo, in Grecia e nelle sue isole.
Lo stilista, nel corso degli anni, durante i suoi viaggi intrapresi insieme alla sua signora Daniela, si è lasciato suggestionare dalla bellezza violenta ed assoluta delle isole Cicladi, Paros, Amorgos e Santorini. Liet motiv della nuova collezione sono i pesci, irriverenti ma anche teneri. A volte si chiudono in un abbraccio affettuoso quasi a simboleggiare il legame tra due persone care. Sono pesci che ritroviamo nelle deliziose ed ampie cappe di color tortora, nelle maglie, tempestati di cristalli, negli abiti scultura che omaggiano la cultura ellenica.
Fra i colori utilizzati ci sono il celeste tipico delle cupole greche, il rosso che evoca i tramonti suggestivi di Santorini, il bianco delle case marine. Il set up della sfilata ha richiamato le croci delle chiese bizantine ortodosse con una platea allestita a forma di croce. Grandi applausi del pubblico per l’abito rosso in seta jackard ispirato al celebre tramonto di Santorini e grande emozione per l’unica uscita dedicata alla sposa. L’abito nunziale, dallo scollo all’orlo doppio in taffetà e plissè di tulle, fermato da un’immaginaria conchiglia in chantung di seta ricamata di cristalli formava quasi due pesci innamorati. Una creazione unica incorniciata in maniera perfetta dalle suggestive conchiglie decorate da Francesco Mancini nel romantico affresco di “Amore e Psiche” della Coffee House. Particolarmente d’effetto anche l’ “abito Colonna”, una sofisticata creazione in georgette di seta pura dal colore tortora, realizzato con oltre 38 metri di orlo a mano, fermato in vita da preziosi pesci in cristallo swarovski.
Le calzature della collezione sono state realizzate da Lella Baldi su disegno dello stilista e gli originali cappelli da Jommi Demetrio, il silk batik era di Quarzia Bali, le acconciature delle modelle sono state curate dalla Compagnia della Bellezza, il trucco da Vivi Make Up Academy. Gli allestimenti tecnici dell’evento sono stati realizzati da All Com Scenografie.
La manifestazione ha avuto il patrocinio della Città di San Benedetto del Tronto, incantevole luogo di villeggiatura della riviera adriatica. A fine serata la cantina marchigiana Ciu Ciu ha deliziato gli ospiti con un drink insieme al delizioso caffè di Orlandi Passion Happy Lifestyle allestito al primo piano della location. Ad ammirare le creazioni di Camaiani sono accorsi: la Principessa Jeanne Colonna, la Contessa Marina Pavoncelli, la Principessa Elettra Giovannelli Marconi, il Principe Guglielmo Marconi, la Principessa Ginevra Giovannelli, Maurizio Marini Dettina, Andrea Ripa di Meana, Sandra Carraro, Ida Di Benedetto, il Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli, gli attori Vincenzo Bocciarelli, Elena Russo, la cantante lirica Irina Pererva, Karin Proia accompagnata dal marito Raffaele Buranelli e dalla figlia Tea, la cantante Alma Manera.
La Coffee House di Palazzo Colonna corrisponde al padiglione sud orientale del perimetro che circonda la dimora.
Questa costruzione venne realizzata tra il 1730 ed il 1733 per iniziativa del Connestabile Fabrizio IV. Soprattutto l’interno della Coffee House costituisce un miracolo di armonia barocca, tanto da essere definito dal Pinto “il più delizioso e delicato spazio settecentesco a Roma”. Inoltre all’interno della Sala troviamo dei bassorilievi antichi che risalgono in maggioranza alla fase più raffinata dell’arte romana, il periodo tra i regni di Augusto ed Adriano. La decorazione del soffitto invece si deve al pittore Francesco Mancini, allievo del famoso artista Guido Reni, e rappresenta il romantico mito di Psiche che termina appunto nella scena trionfale dell’Apoteosi di Psiche rappresentata e conservata nella volta della Coffee House.